Perché il noleggio auto a Pantelleria è necessario?
Semplice! Perché senza un’auto o uno scooter non riuscirai a visitare tutte le cose che stiamo per proporti.
Spettacolare arco di lava grigia che evoca, per forme e colore, il dorso e la testa di un elefante mentre immerge la proboscide nel mare, formando un enorme arco. I fondali che la circondano, la limpidezza dell'acqua e la facilità di accesso al mare fanno di Cala Arco dell'Elefante una delle spiagge più apprezzate dai turisti. Per raggiungerlo dal centro, segui la perimetrale in direzione Khamma – Tracino, arriverai ad un bivio, li segui le indicazioni per Gadir e a seguire per Cala Levante.
Montagna Grande con i suoi 836 metri è uno dei mille volti di questa incantevole isola. Ricoperta da boschi e foreste di lecci e di pini, con specie botaniche singolari ed uniche, la Montagna Grande è il cuore del Parco Nazionale Isola di Pantelleria. Un posto eccezionale, facilmente raggiungibile in auto o scooter offre ai visitatori la possibilità di fare un pic-nic sotto le fantastiche pinete, respirare un’aria unica e godere di panorami mozzafiato.
Se sei già sulla cima della montagna grande non puoi non visitare questo posto. Arrivati al parcheggio vicino la torre militare, è possibile scoprire un sentiero che porta alla discesa di una grotta, esposta verso ovest, detta "la grotta dei briganti". Chiamata così poiché in essa trovarono rifugio un gruppo di giovani, che al tempo dell'unità d'Italia, si erano rifiutati di prestare il servizio militare che all'epoca richiedeva una prestazione di 7 anni , e vennero ricercati a lungo. In seguito alla scoperta del rifugio vennero giustiziati pubblicamente e da allora quella “tana” acquistò il nome di "la grotta dei briganti".
Nella contrada Sibà, in località di Benikulà, lungo il costone di Montagna Grande si trova questa grotta naturale . Si arriva fino ad una piazzuola che fa da parcheggio, poi si prosegue per circa 15 minuti a piedi attraverso un piccolo sentiero che si affaccia sulla vallata di TiKhirrìkhi e che offre uno splendido panorama. L’ingresso della grotta, non artefatto dall’uomo, è un triangolo formata da massi, che costituiscono anche l’interno della grotta. Dalle rocce fuoriescono vapori d’acqua fino a 38°c. Questa emissione è utilizzata come una vera e propria sauna naturale dai panteschi e dai turisti per curare i dolori reumatici.
Queste sorgenti termali sono conosciute ed apprezzate fin dall'antichità. Infatti la località dove sorgono, Gadir, è un nome di origine semitica che significa "luogo protetto". Furono proprio i Fenicio-Punici che per primi cominciarono ad apprezzare le qualità terapeutiche di queste acque. Recenti studi inoltre hanno stabilito che il probabile stabilimento termale sia stato coperto da un crollo di origine vulcanica. Le piccole vasche esistenti scavate nella roccia, si dice che siano i resti dell'antico impianto. Le sorgenti seguono un percorso che dall'alto scende verso il mare e le acque vengono catturate in queste piccole vasche. Le acque delle sorgenti, particolarmente dolci ma ricche di sali minerali, servono per curare soprattutto artrosi e reumatismi in genere ed hanno una temperatura non costante che va dai 39°C fino a raggiungere i 50°C.
Uno dei luoghi più incantevoli ed unici che offre l'isola di Pantelleria è sicuramente il Lago Specchio di Venere. Il Lago contribuisce ad una vacanza all'insegna del benessere grazie alle sue sorgenti calde (con temperatura variabile tra i 40°C e i 50°C.) e ai suoi fanghi naturali. Si trova nel cratere di un antico vulcano occupando il fondo di una depressione di origine calderica. Grazie a questa particolarità, sulla sponda Sud dove sono concentrate le sorgenti termali, le sue acque sono calde e sature di zolfo con il fondale della fascia marginale caratterizzato da fango nero-verdastro ricco di sostanze nutrienti dalle proprietà benefiche e preziose per la pelle. Come e cosa fare? Il TRATTAMENTO NATURALE per USO TERAPEUTICO SULLA PELLE prevede: 1) immersione nelle vasche termali; 2) uscita dall'acqua e raccolta del fango dal fondo per spalmarselo addosso sul corpo intero. 3) far asciugare il fango passeggiando per rilavarsi solo dopo la completa essiccatura. Il risultato del trattamento è una pella liscia ma soprattutto più pura..
Ai piedi della montagna grande, poco dopo le contrade di Scauri e Rakhàli vi è la valle delle favare: Le Favare sono getti di vapore d'acqua che possono raggiungere anche i 100°C e che fuoriescono da fessure della roccia ad intermittenza, accompagnati qualche volta da emissione di anidride solforosa e da acido solfidrico. Le rocce alterate dai gas acidi e dal vapore caldo hanno assunto nelle vicinanze delle bocche un color rossastro-mattone, visibile già da lontano. La più importante e spettacolare fra tutte e la “favara grande” dove il vapore a contatto con l'aria più fredda si condensa in goccioline d'acqua che, con un primitivo sistema di canalizzazione, viene raccolta in piccole vasche scavate nella roccia ed utilizzata per abbeverare gli animali da allevamento. Uno spettacolare paesaggio dove è possibile percepire il respiro dell’isola.
Viene considerata dagli isolani il giardino dell'isola, una pianura molto fertile alle pendici del monte Gibele dove, al riparo dai venti, si coltiva il famoso zibibbo .Scesi nella valle, oltre alle pianeggianti terre coltivate a vigneto, potrete vedere sulla sinistra l’antico orlo del vulcano “serra di ghirlanda” e, sulla destra, il più alto vulcano dell’isola il Monte Gibèle. All’inizio della valle è da visitare una chiesetta abbandonata risalente alla fine del XV secolo, la chiesetta di S.Francesco. Dopo due chilometri accingetevi a far visita a ciò che resta di un villaggio neolitico, ricavato in alcune grotte, chiamate “Cammere” e per finire , seguite le indicazioni per “Gibiùna”, tombe scavate nella roccia in mezzo ad un boschetto di lecci.
Sparse un po in tutta l’isola dalle più piccole a quelle di interesse maggiore come quella del santuario della Margana valgono certamente una visita. In località Margana sorge l'omonimo santuario, dov’è custodita l'immagine della Madonna della Margana, protettrice dell'isola di Pantelleria e dei suoi abitanti. Il dipinto risale all'857 e pare che sia arrivato a Pantelleria per mezzo dei monaci del cenobio del Patirion, con il quale i basiliani di Pantelleria erano in contatto, per nasconderlo dalle numerose scorrerie piratesche che all'epoca infestavano le coste siciliane.
La frastagliata e bellissima costa Pantesca si sviluppa per oltre 51 chilometri con coste spettacolari e diversi rilievi che offrono scorci mozzafiato su falesie che precipitano a mare. Il profilo verticale dell’isola, visto dal mare, si mostra mutevole e mai banale, ecco perché vale la pena noleggiare un’imbarcazione o preferire una gita in barca facendosi accompagnare da una guida locale per apprezzarne appieno le meraviglie.
Con noi puoi noleggiare anche una barca con o senza patente e per i meno esperti, offriamo anche il servizio skipper.
Si resta affascinati, visitando Pantelleria, dalle bellezze naturali dell’isola e dalle testimonianze di antiche civiltà di cui, nel passato, fu sede l’isola mediterranea. straordinarie sono le costruzioni megalitiche presenti nella zona di Mursia e di Cimillia, le cui origini ancora oggi restano, per molti aspetti, oscure. In queste contrade, circa 5000 anni fa, si stanziò un popolo proveniente dalle coste dell’Africa settentrionale, che invase l’Europa sud-occidentale. Si trattava di uomini dediti alla caccia, ma anche all’agricoltura e alla pastorizia, che si insediarono nelle zone di Mursia e di Cimillia e costruirono un villaggio formato di piccole abitazioni, le cosiddette Capanne, difeso da una cinta muraria, il Muro Alto, per eventuali attacchi dall’entroterra. I Sesi, costruzioni funerarie tipiche di Pantelleria, sono costituiti da cumuli di pietre brute aggettate. Venivano eretti fuori delle mura del villaggio, non su alture, ma su aree più piane; dei 57 fino a noi pervenuti, solo uno è rimasto integro:il Sese Grande o Sese del Re, così chiamato poiché destinato alla famiglia dominante del villaggio. È formato da dodici celle, tutte situate al centro della costruzione, e di dodici corridoi, lunghi fino a 7 metri, che conducono verso il centro terminando in una cella e in undici ingressi. All’interno delle celle sono stati rinvenuti quattro sarcofagi e vario vasellame che fungeva da corredo funerario. Dopo la sepoltura dei cadaveri, l’intera costruzione veniva murata.
12) Visitare l’acropoli romana di san marco:
Pantelleria non restituisce testimonianze relative ai periodi risalenti all’antica età del bronzo fino al presunto momento della colonizzazione fenicia. La documentazione archeologica, infatti, ridiventa prolifica solo a partire dal periodo cartaginese,dove viene dimostrata l'importanza di Cossyra (nome col quale le fonti classiche designano Pantelleria) nei collegamenti tra Sicilia ed Africa. Pantelleria diventa, in questo particolare periodo storico, quasi un'appendice di Cartagine, mantenendo tuttavia, sempre la sua autonomia economica e politica, come dimostra la coniazione locale di moneta. Tale ruolo durò fino al 217 a.C. quando i Romani, riescono definitivamente a conquistare Cossyra. Dal I secolo a.C. in poi, Pantelleria ebbe il suo periodo aureo. È sulle due alture, San Marco e Santa Teresa
Dal I° secolo a.c. Pantelleria ebbe il suo periodo aureo e sulle due alture, San Marco e Santa Teresa si conservano tracce del dominio romano. Questo il luogo dove si concentravano le principali funzioni politiche, pubbliche e sacre. Le due colline, sono separate da una sella pianeggiante, una vasta spianata pavimentata, scandita da costruzioni murarie, che potrebbe considerarsi come il foro pubblico. Gli scavi inoltre hanno rivelato parte della cinta muraria d'epoca punica e un sistema di terrazzamento con importante funzione difensiva, probabilmente collegata al vano tentativo di difesa dei cartaginesi. Tra gli elementi rilevanti, vi è la rampa che conduceva dalle pendici meridionali alla sommità della collina, un sistema di impianto idrico pubblico, costituito da cisterne comunicanti tra loro e , dal riempimento delle cisterne, è stato ritrovato interessante materiale scultoreo appartenente alle strutture monumentali e ad un tempio del II secolo a.C., si tratta di frammenti di statue e di alcune epigrafi latine frammentarie ma soprattutto dei ben noti ritratti imperiali romani di: Giulio Cesare, Antonia Minore e Tito.
13) Visita il castello Barbacane:
Il castello Barbacane sorge nel vecchio porto di Pantelleria e prospetta sulla piazza Almanza e su via Borgo Italia. Data la particolare ubicazione con le mura lambite dal mare da un lato, rivolto verso il porto dall’altra, costituiva un baluardo a protezione dei traffici marittimi dell’isola. Fino a poco più di un secolo addietro il castello era l’elemento predominante della città murata. Entrando nel primo cortile sormontato da un camminamento di ronda e superato il vecchio corpo di guardia si accede al cortile principale. A circondare tale cortile vi sono situate diverse stanze e un passaggio che porta al bastione di nord-ovest dal quale si ha una splendida vista su tutto il porto. Attraverso una delle stanze si può accedere alla torre circolare e alle vecchie segrete, che murate circa cento anni fa, costituiscono oggi l’elemento più significativo del castello. Dal cortile, salendo per una scalinata che porta a un primo piano vi era il “carcere per galantuomini” ed un’altra stanza che era adibita ad armeria. Al secondo piano invece, una serie di ambienti a corridoio, mentre a destra del pianerottolo di arrivo vi è un ambiente di maggiori dimensioni la cui volta è marcata da una serie di archi in pietra da taglio. A sinistra del pianerottolo di arrivo, si perviene al secondo livello di una torre cilindrica alla sommità del quale è stato posto un campanile con orologio a quadrante collegato a due campane, una delle quali datata al 1750. Attraverso, la seconda scalinata si perviene a quella che costituiva la “casa del Governatore” che comprende cinque ambienti. A destra di questa casa si trovano gli ambienti già destinati ad alloggio delle truppe. Sul lato sinistro del primo cortile vi è una torre detta di San Barnaba, toponimo derivante dal fatto che al secondo piano di detta torre vi era il deposito delle polveri. Come sopra detto il castello è stato adibito a carcere fino al 1975; gli attuali lavori di restauro sono mirato ad una destinazione museale.
14) Laghetto delle ondine:
Mare agitato? Nessun problema. Tra le mete più visitate durante le mareggiate vi è un caratteristico laghetto di acqua salata, alimentato dal mare. E' raggiungibile sia via mare che via terra da località Punta Spadillo seguendo gli appositi cartelli di segnalazione. Per chi ama fare tracking è raggiungibile anche dal nuovo sentiero realizzato dalla forestale con accesso da Cala Cinque Denti. Consigliato a chi ama posti particolari, il laghetto non è molto profondo, al contrario del tratto di mare antistante caratterizzato anche da correnti molto forti.
15) Balata dei turchi:
Quando il vento di maestrale soffia, questo è uno dei punti più belli dell’isola dove fare il bagno. Situato a sud dell’isola, si dice che un tempo fosse uno scalo naturale utilizzato dai pirati, oggi invece è una baia con dei fondali ed un costone dai colori sensazionali. Arrivarci in auto non è semplice, la strada è in sterrato e in pessime condizioni, vi consigliamo di guidare con prudenza ma arrivati giù, il paesaggio vale lo sforzo. Balata dei turchi rientra tra le coste più belle di tutta Europa.
Il miglior modo per visitare questi posti, come già anticipato negli articoli precedenti, è quello di raggiungerli autonomamente in quanto i pochi mezzi pubblici a disposizione collegano solo i centri abitati. E’ quindi fondamentale affidarsi a un noleggio auto a Pantelleria.